Ormai si creano borse con i materiali più disparati. Prima di aprire questo blog ero a conoscenza di borse fatte con i teloni dei camion (Freitag), i teloni pubblicitari in pvc (Garbage Lab e 1D3A5) oppure le coperture dei sedili degli autobus (Viva Zapata), ma mai avrei pensato che anche da una tastiera del pc potesse nascere una borsa. L'ideatrice e creatrice della borsetta che vedete qui accanto si chiama Chiara Catalano, vive a Palermo, è laureata in architettura, ma una famiglia di artisti, la passione per il design e la moda, un'innata creatività e il rispetto per la natura, l'hanno portata nel 2010 a registrare il marchio "COCCODRIVE", un brand di borsette, pochette e accessori prodotti riciclando
tastiere per il personal computer in pvc supercolorate. Ma da cosa deriva il nome "Coccodrive"? L'ho chiesto direttamente a Chiara: "Nasce dalla similitudine della forma dei tasti della tastiera che ricordano le squame della pelle di coccodrillo. COCCO rimanda appunto all’idea tattile/visiva del
rettile, DRIVE invece sottolinea la componente tecnologica/informatica del
prodotto".
La sua produzione è molto vasta, grazie alla modulazione di singole o doppie
tastiere cucite insieme o ripiegate che danno vita a forme e modelli tutti
diversi, che ci illlustra Chiara: "Le Hand bags COCCO sono delle vere e proprie
pochette realizzate con una singola tastiera ripiegata da portare a mano o
sotto il braccio, se si aggiunge il filo elettrico diventano borse a tracolla.
Se le tastiere diventano due
possiamo avere dei comodi porta iPad (nella foto) scomponibili grazie alla pratica cerniera,
in questo modo potremo collegare la tastiera all’iPad con un adattatore e
scrivere utilizzando i tasti. Ancora troveremo le pochette con porta iPhone
integrato e infine la borsa color blocking a tre scomparti componibili grazie
ai bottoni automatici". Un accessorio davvero trendy, che non lascia certo passare innosservate. Speriamo di vederne ancora tante di borse così originali, Chiara, infatti, mi ha detto che vuole allargare la sua produzione a materiali diversi e che il futuro è "un cantiere aperto". In bocca al lupo e grazie per questa intervista!